Una storia che viene da lontano
C’era una volta un giovane chimico e farmacista francese, un certo Dottor Antoine Jérôme Balard, che si dilettava a scoprire nuovi elementi chimici e ad elaborare dei composti, nel chiuso del suo laboratorio. Siamo nel 1834.
E c’era una volta un insigne studioso russo, il Professor Vitold Bakhir, a capo di una delle più importanti scuole di elettrochimica al mondo. Siamo negli anni ’70, sono passati più di 140 anni e siamo sempre al chiuso di un laboratorio, ma, questa volta, un bel po’ diverso.
E ancora, c’era una volta un eclettico imprenditore bolognese, l’Ingegner Sandro Quadrelli, già attivo nella Packaging Valley emiliana con la produzione di attrezzature e macchinari, che, per caso – come in tutte le storie che si rispettino – incappa in certe ricerche e studi chimici che parlano di una misteriosa molecola dai grandi poteri e di come si può produrre. Ah, giusto, siamo agli inizi degli anni 2000.
L’origine e gli sviluppi
La storia del nostro sconosciuto, l’Acido Ipocloroso, nel mondo e in Italia, ruota attorno a questi “personaggi” e lungo le tappe temporali descritte: il Dott. Balard scoprì per primo la molecola, osservando, all’interno dei globuli bianchi, come reagisce il nostro sistema immunitario quando si vede attaccato da agenti patogeni: produce questa sostanza che è in grado di contrastare i “cattivi”.
Ma senza la scuola del Professor Bakhir sarebbe stato difficile riprodurre, in modo stabile ed utilizzabile, questa molecola naturale al di fuori del nostro corpo: serviva un processo chimico, anzi elettrochimico, che consentisse di replicarla all’esterno.
Chi non è del mestiere, sicuramente, si starà già immaginando alambicchi e provette, reazioni chimiche, esplosioni e sbuffi di fumo … beh, niente di tutto questo: elettrochimica significa, certo, produrre una reazione utilizzando l’energia elettrica ma qui siamo in un contesto davvero naturale, dove niente è artificiale o sintetico.
Ed è qui che si inserisce il contributo dell’Ing. Quadrelli, che forte della sua esperienza imprenditoriale, dei suoi studi, di collaborazioni con università e laboratori internazionali, nel 2006 riesce a mettere a punto e brevettare una “cella” a quattro camere, all’interno della quale replicare in modo stabile, grazie all’elettricità applicata a elementi naturali, con una tecnologia totalmente green, il meccanismo di protezione del nostro corpo che produce Acido Ipocloroso.
La cella a 4 camere
In sostanza, dentro questa “cella” a quattro camere si introduce una miscela di acqua filtrata e sale puro, che, attivata da due elettrodi speciali, con una certa tensione, restituisce questa sostanza acquosa dal sentore vagamente salino che è l’Acido Ipocloroso.
E se volete sapere come sono questi elettrodi speciali e qual è la “certa” tensione che serve, purtroppo, non potremo soddisfare la vostra curiosità: è il nostro brevetto! Ora, sembra una storia tutta al maschile questa ma non dimentichiamo che “innovazione” è sostantivo femminile.
L’innovazione che non si ferma
Al progetto dell’Ing. Quadrelli di far conoscere, al maggior numero possibile di persone, i benefici e le grandi potenzialità di questo “dono della natura” che è l’Acido Ipocloroso, grazie alla sua “cella” e ai suoi generatori, mancava un tassello.
E così, c’era una volta anche una giovane imprenditrice, Alessandra, figlia di Sandro Quadrelli, che raccogliendo il testimone, con il resto della famiglia, ha lavorato per affiancare alla produzione dei macchinari un nuovo business ed un nuovo marchio, Ecasan, con il quale offrire al grande pubblico una gamma completa di soluzioni innovative per igiene e benessere.
Lo sguardo al futuro
L’ambizione è quella di diventare un punto di riferimento nel mercato italiano ed europeo, portare nelle case di tutti soluzioni efficaci, ecologiche, concretamente sostenibili per la protezione e la cura di persone, animali e ambiente.
Siamo nel 2022 ed il nuovo capitolo di questa storia è quello che si sta scrivendo.
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